Le due vie
Fin dall’inizio del pensiero speculativo sull’arte è stata avvertita una bipolarità. Tuttavia un rilievo in primo luogo colpisce, che questa
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varie arti fino a quel tempo, lo spettatore potesse assumere un ruolo diverso nei confronti dell’opera, ed essere previsto dall’autore stesso con una
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fenomenologica di quel processo, dall’origine al suo compimento. Denominammo queste due fasi costituzione d’oggetto e formulazione d’immagine.
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Questa è dunque la risoluzione normale del rapporto spettatore-opera d’arte, un rapporto dove si postula da un lato l’opera nella sua identità e dall
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alterazioni e che dall’artista stesso si tentasse di eliminare una delle due fasi; o che si ritenesse pago dell’investitura simbolica data unilateralmente
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, in lato senso classica, pur con tanta minore partecipazione dello spettatore: ma non fino al punto da poterglisi imporre dall’esterno come opera d
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, come le epidemie, apparentemente dall’esterno ma procedendo dall’interno ad influenzare la disposizione alla creazione.
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, una nuova architettura. Dall’individuazione chiara del tema spaziale dell’interno nasceva l’architettura bizantina rispetto a quella tardo-romana. Il
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In realtà la gloria di Wright da un lato e di Gropius dall’altro fu l’individuazione di un decisivo tema per l’architettura, e codesto tema fu l
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la memoria ad una cosa. Ma una elencazione è impossibile, perché il carattere di feticcio all’oggetto viene dall’investitura simbolica di
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o nel foro interiore della coscienza in cui, comunque, dall’altroche-sé perviene — la fenomenicità del suono è un dato irremovibile. In che modo
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meditare. Il sinecismo fra pittura e fotografia è continuato, e lungi dall’affievolirsi, si è spostato, in questa ultima fase, per un avvicinamento di nuovo
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rapporti fra fotografia e pittura anteriormente alla grande rivoluzione artistica segnata dall’affermarsi e svilupparsi del Cubismo. E ora, a distanza di
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particolare e ineffabile simbolo, dall’altro la stessa coscienza non può arrivare ad interiorizzarlo interamente. Il modello resta esterno, la lastra
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di storici naturalismi da quello iniziato nell’Ottocento, è proprio l’accento esistenziale che la pittura mutuò, più che dalla fotografia, dall
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L’altro ramo, che indirettamente nasce dall’abbandono forzato della fotografia come pittura, è quello principalmente individuato dalla Subjective
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presentificano. Insomma tutto il procedimento tecnico che dà luogo al film, con le sue varie fasi, dall’ideazione della vicenda alla stesura della
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storia è anche più eloquente di quella della fotografia, rispetto alle fasi di avvicinamento e di assorbimento della realtà sulla lastra, dall
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consistesse solo in una intuizione-espressione, o come non fosse null’altro che un rispecchiamento della realtà esterna. Solo dall’indagine
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Ma proprio questi esempi chiariscono il problema: il trompel’oeil, se e in quanto possa essere sostituito dall’oggetto stesso o sostituirglisi, ci dà
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stesso del prelievo dell’immagine dall’oggetto, e senza fare scadere l’immagine ad esposizione referenziale dell’oggetto. Se questo, allora, sarà il
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Bacchino malato della Borghese, basterebbe il modo col quale sono dipinte foglie e frutta, chiaramente ricondotte dall’amanuense che le copiava dal Maestro
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dell’opera dal fenomeno, avvertito, come è giusto, sin dall’inizio della speculazione sull’arte, e inevitabilmente collegato al problema della realtà e
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sviluppi indipendentemente dall’intenzionalità formale, ma questa ad un tempo formerà e sarà formata, e lo stimolo, a cui sottoporrà il tecnico in una
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E proprio questa sorte dovrebbe mettere in guardia dall’assumere la posizione meccanicistica di chi creda che tutto, in un’opera d’arte, è
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dell’umana fallacia, si rischia di far passare l’accento, per l’opera d’arte, dall’astanza alla semiosi, ciò che è inammissibile. Così sarà pure una
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’arte il monumento storico, si eccettua dall’opera d’arte, sia pure dandolo per accertato o accettato, ma comunque accantonandolo, quanto fa dell’opera d
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deducibile dall’esistente. È proprio l’esistente che viene a trovarsi refutato dall’opera nell'esclusività della sua realtà. Quel che è fondato dall
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mondo’ hegeliano. La ‘forma autonoma’ della particolarità, l’opera d’arte, è al contrario in primo luogo qualche cosa di creato dall’uomo che non pretende
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, consiste in questo, che essa ci è data come una formazione in sé perfetta, creata dall’uomo... essa non può trarre ausilio da nessun altro mezzo
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, dopo aver cercato di attenuare la difficoltà di base, relativamente alla concettualizzazione dell’arte, scendendo dall’arte alle arti, e quindi ad
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parole) lo ripetono dall’intenzionalità che le origina e non da allegorie o significanze comunque recondite. Dedicheremo a questo esame particolareggiato
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Dunque la necessità di aggirare l’aporia si presenta inevitabilmente anche a chi dall’aporia si parte come da uno scoglio irremovibile. Ma l’aporia
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, potendo essere dedotta anche e soltanto dall’atto o serie di atti con cui veniva formulata, è, perciò appunto, inserita nella storia; mentre la sua
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’arte — fin dall’origine e non per l’uso a cui, una volta creata, possa essere impiegata, la struttura di messaggio. Ora il gruppo di elementi della
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Una volta tratta dall’interiorità di una coscienza e posta nel mondo, l’opera d’arte non comunica, si presenta; non informa, si dà astante. Quindi
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Né il Raffa, a cui si deve un altro interessante tentativo di fondazione dell’estetica semantica, partendo dall’arte come linguaggio 49, secondo che
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‘ forzosa ’ connotazione) avrà per scopo di sottrarre ‘ a vista ’ per così dire, dall’immagine connotata in quel certo modo, la denotatività del reale
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taglio, dal fotomontaggio, dalla posa, dalla fotogenia, dall’estetismo.
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assoluto del percetto dall’oggetto, in questo suo porsi come realtà astante, e non esistenziale, è realtà e non messaggio, ancorché dalle connotazioni
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Il processo di semiosi, dall’astanza al segno, spiega ugualmente il trapasso quasi inevitabile nei sistemi di scrittura dall’ideogramma all’alfabeto
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Non è quindi mancanza di acutezza o indice di uno stato ancora rudimentale della semiologia, se il trapasso dall’analisi del linguaggio all’analisi
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esaminarlo. Non si parte dall’immagine come immagine, ma come tramite di senso e vuole analizzare come l’acquista. Per questo ammette di darsi una notevole
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. Ma, proprio nella teorizzazione di Aristotele, la proliferazione delle quattro cause dal principio primo, dall’«o della causa prima, esibisce il
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separare nel pensiero la causa dall’effetto dà la riprova che causa ed effetto sono momenti dell'iter del pensiero che pensa il reale e ne concettualizza per
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’esistente che possano essere verificati dall’esperienza: è uno schema della possibilità dell’esperienza, non riflette la struttura universale dell
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, né dall’inconcepibile tempo negativo a cui conducono certi processi atomici 21, dall’altro che il principio di causalità, come schema intellettivo
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Tuttavia si potrebbe ancora obbiettare che proprio l’avvenuta separazione fra meccanica classica e meccanica quantistica deve mettere in guardia dall
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Dall’altro lato il meccanicismo integrale viene rifiutato nonché da Marx e da Engels, anche dalla susseguente dottrina marxistaleninista.
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concatenamento, per cui dall’economia di un periodo storico, con il solo scampo della legge di ineguale sviluppo, si dovrebbe automaticamente dedurre la
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